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IL VESCOVO DI BRESCIA 

Messaggio ai fedeli della Diocesi di Brescia a conclusione del secondo Quaresimale presso la chiesa cattedrale


Carissimi tutti, fratelli e sorelle nel Signore,
abbiamo insieme contemplato e meditato in questo secondo Quaresimale il mistero
della Passione del Signore. Abbiamo fissato lo sguardo sull’Uomo dei dolori, sull’Agnello
di Dio che per noi ha sofferto fino al sacrificio supremo della vita. Abbiamo sentito
annunciare la sua vittoria, che si è trasformata per noi in una intercessione onnipotente
(Is 52,13-53,12). Ci sentiamo profondamente uniti a lui in questo momento di dolore e di
turbamento. In lui poniamo tutta la nostra speranza.
Il mio pensiero va anzitutto ai nostri fratelli e sorelle che a causa del contagio versano
in gravi condizioni nei nostri ospedali, che non possono essere accompagnati dai
loro cari negli ultimi istanti della loro vita e che non possono ricevere i conforti religiosi.
Vorrei tanto che non si sentissero soli, che potessero avere un segno della amorevole presenza
del Signore, della sua potenza di salvezza e della sua misericordia. Mi rivolgo allora
a voi cari medici e infermieri che credete nel Signore: siate voi ministri di consolazione
per questi nostri fratelli e sorelle, nel rispetto della libertà loro e dei loro parenti. Aggiungete
all’ammirevole cura che state dimostrando anche questo gesto: quando li vedete in
particolare difficoltà o ormai alla fine della loro vita terrena, affidateli al Signore con una
semplice preghiera silenziosa e se i loro cari vi esprimeranno il desiderio di saperli accompagnati
dai conforti cristiani, tracciate voi sulla loro fronte una piccola croce. Fatelo
a nome loro e a anche a nome mio, a nome dell’intera nostra Chiesa. Avete piena dignità
di farlo in forza del vostro sacerdozio battesimale. Ai cappellani dei presidi ospedalieri e
ai loro collaboratori pastorali – la cui presenza in questo momento è ancora più preziosa
– ho raccomandato di sostenervi in questo vostro ministero. Noi ricorderemo tutti i nostri
malati e tutti i nostri defunti la sera di ogni giorno nel santo rosario delle ore 20.30.
A tutti vorrei poi ricordare che in momenti di particolare gravità, quando non vi
siano le condizioni per accostarsi al Sacramento della Penitenza nella forma consueta
della confessione personale, la Chiesa stessa prevede la possibilità di ricevere il perdono
del Signore nella forma del Votum Sacramenti, cioè esprimendo il desiderio di ricevere il
Sacramento della Riconciliazione e proponendosi di celebrarlo successivamente. L’attuale
situazione impedisce a tanti di noi – fedeli e ministri – di ricevere l’assoluzione sacramentale,
stante le indicazioni dell’ultimo decreto ministeriale circa il contatto tra le persone,
indicazioni che raccomando di osservare con assoluto rigore. Pertanto la forma ordinaria
della confessione individuale in questo tempo di emergenza viene sostituita per tutti da
quella del Votum Sacramenti. Tutti abbiamo bisogno del perdono del Signore. Domandiamolo
dunque con fede, con un atto di sincera contrizione, esprimendo questo desiderio
del perdono attraverso una supplica confidente, o con una formula di preghiera liturgica
o tradizionale (Confesso a Dio Onnipotente, “O Gesù d’amore acceso”, Atto di dolore)
o con parole nostre, e compiendo se possibile un gesto penitenziale (digiuno, veglia di
preghiera o elemosina). Nel tempo che abbiamo davanti – il Signore solo ne conosce la
durata – rinnoviamo questo Votum Sacramenti ogni volta che in coscienza riteniamo di
averne bisogno, fi no alla futura celebrazione del Sacramento nella sua forma consueta.
Riscopriamo anche il valore delle diverse pratiche penitenziali, che la Chiesa da sempre
ha raccomandato.
Vorrei infi ne invitare tutti i sacerdoti e in particolare i parroci a mantenere aperte le
porte delle chiese – sarà un segno importante per tutti anche se non dovesse entrare nessuno
– e a vivere ogni giorno, se possibile dalle ore 16.00 alle ore 17.00, un momento di
adorazione personale davanti all’Eucaristia esposta, senza alcuna convocazione dei fedeli.
Anch’io lo farò allo stesso modo nella chiesa cattedrale. Tutto il popolo di Dio sappia
che il suo vescovo e i suoi sacerdoti ogni giorno celebrano l’Eucaristia e ogni giorno la
adorano, invocando su tutta la diocesi e su tutte le comunità parrocchiali la protezione del
Signore.
La nostra Chiesa bresciana ha da poco inaugurato il Giubileo delle Sante Croci:
sentendoci ai piedi della sua croce in comunione con la Beata Vergine Addolorata, affidiamo
al cuore trafitto di Gesù, nostro amato redentore, il cammino di questi giorni e ripetiamo
le parole del Salmo: “Se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun
male, perché tu sei con me; il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza”.
Ci accompagni e ci sostenga la benedizione di Dio, che ora con fiducia imploriamo.


+ Pierantonio Tremolada
Vescovo
Brescia 13 marzo 2020
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